Bisogna fare ormai un grosso sforzo per ricordarsi un tempo in cui la rete Internet non esisteva così come la conosciamo ora, e persino la posta elettronica era utilizzata quasi esclusivamente nelle comunicazioni tra studiosi ""in camice bianco"". Pensando agli anni '80, per avere notizie sui videogiochi le riviste cartacee erano l'unica fonte d'informazione aggiornata: questo e gli articoli che seguiranno vogliono essere un piccolo omaggio a quel momento della storia videoludica in Italia, senza ovviamente nessuna pretesa di completezza. Come tutte le storie che si rispettino, anche questa per essere narrata efficacemente va iniziata dal principio, cioè dalla prima rivista italiana ad avere i videogiochi come argomento centrale; è al Gruppo Editoriale Jackson, in quegli anni protagonista del mercato dell'editoria informatica, che si deve la nascita di ""Videogiochi"" (o meglio, Video Giochi, riferendoci al logo originale). La redazione era formata dal nucleo storico dello Studio Vit guidato da Riccardo Albini, che lascerà nel corso degli anni una traccia indelebile in questo mercato creando alcune delle riviste più importanti dal punto di vista storico, cioè Zzap!, K e Zeta. Ovviamente non si trattava di un esperimento casuale creato dal nulla: l'ispirazione principale furono senz'altro le riviste-contenitore americane come la storica ""Electronic Games"", ma questo evento rappresentò comunque una ventata di novità nelle edicole. Per la prima volta nel nostro paese si creò un movimento spontaneo di club di appassionati, quasi tutti in tenera età, che sommergevano letteralmente la redazione di coloratissime lettere, disegni e fumetti. ""Il posto della posta"", così si chiamava la rubrica apposita, era sempre un tripudio di domande curiose che oggi farebbero sorridere (""Cosa compro tra Atari e Intellivision?"", ""Quanti colori ha il Coleco?""), ma che dimostravano senz'altro la voglia di imparare a conoscere un mondo nuovo e affascinante."